Zap "Demo 2004"- Paolo Pirola

Questo Zap è un personaggio veramente particolare, tanto geniale quanto scontato, tanto pacchiano quanto avanguardistico, ma senza ombra di dubbio intrigante e curioso. Credo che questa mia conclusione sia l'obiettivo primario del buon Zap, che ci propone un vero e proprio minestrone di idee ed influenze tra le più disparate, in cui gli ingredienti sembrano essere un bel pò di alternative, gothic, elettronica, progressive rock e metal estremo.
Dovreste vederlo in copertina con quell'aria da fratello minore di Marylin Manson in versione black metaller, circondato da volti noti del panorama mondiale rock e non (...la copertina del demo è assolutamente geniale!), che ci scruta con quello sguardo beffardo di chi è pienamente convinto delle proprie potenzialità artistiche, ma che allo stesso tempo non vuole prendersi troppo sul serio.

Musicalmente parlando, parto con il sottolineare che il prodotto è il risultato di un lavoro casalingo, notturno, fatto di lunghe notti insonni di fronte ad un pc e volontariamente mantenuto artigianale per mettere in evidenza le doti compositive e prettamente artistiche a discapito di quelle tecniche e di produzione.
Come avrete già intuito, non è assolutamente facile recensire la qualità musicale dei brani, in quanto si salta da un genere all'altro, dalla cover di "Girls just wanna have fun" (sì! proprio quella interpretata 20 anni fa da Cindy Lauper!) e di "White Queen" dei Queen appunto, all'alternative-progressive di "Fog Out Ten Bells" (riferita alle vicende del caro vecchio Jack lo squartatore), alla visionaria "Adamski Legacy", ispirata al trattato sui venusiani dello stesso Adamski, al punk rock di "80's residual R 'N R" (Ramones meets Sigue Sigue Sputnik), o alla sfacciatamente melodica "City of Flowers", con cui Zap ci prende in giro insinuando di volerla utilizzare per un apparizione a San Remo.

Il demo si conclude con una versione live di "Physically and Mentally Plagued", in cui troviamo una band in buono spolvero, dal deciso impatto live e tutto sommato precisa e convinta; proprio a riguardo del lato tecnico, voglio spendere due parole sul chitarrista che accompagna Zap nella maggior parte dei brani, tale Wildboar: un mostro di tecnica ed un vero funambolo della sei corde che potrebbe mettere in mostra l'album anche per gli appassionati di virtuosismi.
Ma sì, bravo Zap, il tuo demo è interessante e poco scontato, ed alla fine ai vinto la tua personale battaglia contro la standardizzazione e l'oppressione dei media... geniale!
Paolo Pirola